99 luftballoons

Canzone del 1984. Musicalmente evito commenti, ma dietro un atmosfera pop, c’era di più… Una canzone che parlava di 99 palloncini rossi che volando superavano una frontiera (scatenando il panico tra i militari che pensavano di trovarsi d fronte ad una arma segreta). Immaginatevi la portata nella Germania degli anni ’80, divisa dai fili spinati, nella Berlino divisa da un muro fisico ed ideologico…. Non per nulla la canzone (di cui esiste una versione inglese) fu “vietata” dopo l’11 settembre 2001 alle radio americane.

 

“Video killed the radio Star” – Buggles (1980)

Non penso che siano i nostri film degli anni ’80 ad aver fatto male ai ragazzi: noi infondevamo ottimismo. Oggi pare sia sbagliato anche essere ottimisti
Jerry Calà,

Ladies and gentlemen, This is a perfect pop song. Catchy, immediate, memorable, seemingly superficial, and yet, somehow deep and melancholic.


 

e questa non era da meno…..

 

Inclusione

Essendo io calvo, per permettere a me di essere incluso e non discriminato, pretendo che l’unione europea imponga a tutti di radersi i capelli a zero per non discriminarmi.
I burocrati di Brux0les sono nient’altro che i figli della rivoluziome francese, che sognava anche attraverso la lingua imposta per legge di “creare” l’uomo uovo, appiattendo il pensiero nel nome di una “uguagliamenteria”, o se volete di altri “stati etici” (O orweliiani) che attraverso una “neolingua” tendeva ad appiattire il pensiero. I fascisti per cui si doveva dire “Cialdino” invece di “cachet ” e per cui il tempo doveva essere misurato dal 28 ottobre 1922.
O la chiesa cattolica italiana che impone il crocefisso in classe.
E’ l’estremizzazione ridicola del “political correct” ce pensa che impedendo ad uan persona di essere se stessa, impedisca ad altri di essere diversi, quando in realtà si finisce solo per imporre a tutti di non essere nessuno.

Il mondo della Guerra fredda

Era un mondo che i giovani e trentenni di oggi forse possono solo immaginare. Il Muro fisico ed i reticolati della cortina di ferro, divideva l’Europa in due. Ricordo quando un anno e mezzo dopo, viaggiai venti giorni in giro per l”Europa, in Ungheria, Cecoslovacchia (sic), Polonia ed ex Germania est. Berlino era ancora veramente diversissima ad est ed ovest. In Polonia non trovavi quasi nessuno che parlasse una lingua occidentale (anche perchè sino a2 anni prima era vietatissimo tranne qualche bambino giovanissimo che cominciava a studiare francese o inglese), la cucina era povera (cetrioli, carne tritata cavoli e barbiabietole a volontà). Solo il Pivo (birra) ed i wafer (venduti al taglio come la pizza) erano ottimi. Ma sopratutto a Varsavia eri visto come un marziano, mentre a noi sembrava di essere caduti sulla scenografia di un film degli anni ’50. Ricordo quella vecchietta che in una chiesa di Varsavia, venne a stringerci la mano. Era la prima volta che conosceva un occidentale, che non fosse un odiato tedescho della sua gioventù devastata dalla Guerra. Nella foto il ponte delle Catene a Budapest (la città più occidentale, con molti che parlavano tedesco e sopratutto alcuni che avevano studiato italiano a scuola, residuo forse dell’impero Asburgico, visto che Fiume e la Dalmazia erano state Ungheresi)

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Altro che gli urlatori di oggi .

Altro che gli urlatori di oggi .. (grazie a Francesco Ferrandino )
“A Firenze il cielo è striato d’azzurro come da contratto, l’autunno è un’ipotesi, e quasi nessuno parla del matrimonio di Pippo Baudo. Il terreno è perfettamente agibile, la ventilazione è inapprezzabile, gli spalti gremiti al limite della capienza”
“A Napoli la giornata è splendida, manca solo Caruso che canti O’ sole mio”
“Il Torino, la cui parabola ha ospitato ferite crudeli e successi epici e che il destino ha accarezzato come un fiore e trafitto come una lama saracena…”
“Milano si è organizzata per ricordarci che dopotutto l’inverno esiste; e infatti il cielo è coperto quasi quanto il Napoli, che attacca senza mai sguarnire la difesa, e cade quel tipo di pioggia leggera e gelida il cui romanticismo francamente ci è sempre sfuggito”
(Sandro Ciotti)
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“on” – Borghesia 1985

I tempi della guerra fredda, della paura della mia generazione (la guerra nucleare) avevano una caratteristica, la voglia di sperimentare, spesso fuori dagli schemi conformistici. Così in Italia, paese del blocco capitalista, nasceva un gruppo punk filosovietico chiamato “CCCP Fedeli alla linea”…In Yugoslavia, paese socialista, nasceva un gruppo new-wave chiamato “Borghesia”….