Quando c’era la Lira: non sembrava ma era una schifezza di mondo…

Quando c’era la lira negli anni ’80-90 , per recarti in Francia dovevi fare la carta di identità, dovevi procurarti la valuta, i “franchi”, prenotandoli in banca in quantità limitata all’equivalente di poche centinaia di euro, salvo motivare il motivo del viaggio e sempre pagando una pesante commissione alla banca.
Le lire all’estero non valevano nulla, altro che pagare con l’euro in un negozio in una zona tropicale al confine tra Argentina e Brasile, o in un bar dal tetto di frasche come successo a me sulla strada che dall’Argentina passi in Cile.

Ed una volta là dovevi stare attento a non rimanere senza valuta.  E prima di entrare dovevi passare la dogana, mostrare i documenti e lasciar controllare cosa ci fosse nella borsa.
Avere una carta di credito era complesso, dovevi avere un conto in banca ben garantito e la maggior parte degli esercizi pubblici non l’accettava. Neppure usavi il bancomat per pagare.
Non c’era internet con i siti dove trovare in vendita da qualche parte il libro, l’album musicale (stavo per scrivere il CD) più assurdo e trovarlo ed ordinarlo.  Anzi non avresti neanche creduto che un giorno sarebbe stato possibile. Al limite richiedevi il catalogo di “Nannucci” (un negozio di Bologna), allegando i francoblli ed ordinavi (con pagamento in contrassegno al corriere).
Comprare dall’estero per un privato era IMPOSSIBILE dogane, procedure, tasse. E lo sarebbe ancora oggi con quelle regole e quel sistema monetario. Altro che tornare alla Lira.

 

Ma sopratutto l’inflazione era a due cifre, i mutui per la casa erano mollto molto peggiori di quelli già alti di oggi….

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