Marzo 1986: primo viaggio a Barcellona, con un gruppo ed una organizzazione con cui poi vivrò 14 anni piu’ o meno intensi di vita , di illusioni e successive disillusioni .
2001: da quella organizzazione cattolica me ne stacco di fatto in modo definitivo. E nel tempo la stessa fede diventa sempre più blanda, azzerandosi soprattutto nella pratica .
Marzo 2016: ritorno a Barcellona.
Questa volto da solo, senza ricerca di organizzazioni in cui annegare e nascondere la solitudine, senza necessità per forza di avere testimoni della propria vita, tanto da non fare nessuna foto in cui io sia presente.
Una scelta casuale, ma che diventa l’occasione di chiudere un cerchio, con 15+15 anni alle spalle , senza illusioni questa volta di cambiare nulla, di tornare indietro , di riavvolgere nastri e neppure di perdere pezzi, di cancellare qualcosa.
Sempre nei giorni di Pasqua, sempre a fine marzo. E casualmente sempre con un giubbotto di jeans, uno degli indumenti piu comodi da portare e da gestire, lavaggio compreso.
Nel mezzo tanti modi diversi di viaggiare: senza piu’ problemi di cambio, con i social network che ti tengono collegati, con i cellulari, i biglietti on-line, le compagnie aeree low cost e decine di opportunità sconsociute ai ventenni degli anni ’80, enormi vie per reperire informazioni e organizzarsi. Un mondo in questo migliore, anche se con qualche cosa che trent’anni fa sarebbe stata ridicola come i bastoni per scattare i selfie….
Questa vita è il prodotto di quello che siamo, diceva Enrico Ruggeri, ma è anche la somma di storie, esperienze, illusioni e amare disillusioni.
Restano tanti bei ricordi, compresi quello del primo vero amore, di una persone stupenda che tale è rimasta, anche se i contatti oggi sono attraverso i social network