Carlo Facetti non è un meccanico un pilota o un tecnico. E’ un “cuore da corsa” in questi sessant’anni ha spaziato in tutti i ruoli possibili del mondo delle corse automobilistiche: meccanico, preparatore, costruttore di motori, direttore tecnico, responsabile di officina e anche Pilota. E che pilota.
Carlo Facetti, detto Carluccio è oggi un simpatico signore di 82 anni, che dopo oltre sessant’anni passati in mezzo ai motori e alle auto da competizioni continua a divertirsi collaborando con l’officina di famiglia che suo padre mise in piedi negli anni ’50 e trasmise a lui e ai suo fratelli Giuliano e Rosadele.
Questo libro narra così 50 anni di attività, narrati con semplicità e senza inutili enfasi. Una vera manna per chi ha amato lo sport automobilistico (che è molto di più della sola Formula 1).
A chi segue solo la F1 probabilmente il suo nome non dice molto :si affacciò brevemente alla categoria solo in un gran premio d’Italia degli anni ’70 quando tentò di qualificare una vecchia Brabham del team del suo grande amico Finotto.
Come preparatore pilota e collaudatore ha lavorato e sviluppato auto mitiche : Alfa Romeo SZ, TZ, GTA, Lancia Flavia e Fulvia, la Stratos (sviluppo per la casa italiana la versione silhouette a motore turbo del 1975-76), Porsche 935 , Ferrari Dino di F2 (una foto del libro lo ritrae dietro Jim Clark nei preparativi della gara in cui il due volte campione del mondo perderà la vita), le mitiche Alfa 33 Sport, la BMW Alpina 3.0 CSL , Talbot Sunbeam, Porsche 906, 907 910 e la mostruosa 935, Lancia Montecarlo Turbo.
Soprattutto nella mia memoria, il suo nome è legato a quello di Martino Finotto, scomparso 3 anni fa: industriale farmaceutico partito veramente dal nulla e diventato ottimo pilota negli anni ’70-80-90. Con il socio e finanziatore diede vita ad un sodalizio sportivo e imprenditoriale che durò per 20 anni sotto le insegne della “CAR.MA FF” (dalle inziali dei nomi e dei loro cognomi)
Nel 1978 vinsero l’Europeo Turismo, poi negli anni successivi contribuirono alle vittorie della Lancia nel mondiale “marche”, realizzarono una mostruosa Ferrari 308 Turbo da 900 cv con cui sbriciolarono i record sul giro a Daytona e Monza, con una vettura così veloce e potente che il fornitore di pneumatici non fu in grado di fornirgli delle gomme adatte a sopportare quelle prestazioni. Poi realizzò un motore turbo, che montato su una vettura realizzata dalla casa torinese “Alba” vinse per due anni il mondiale endurance della loro categoria), sviluppo un motore di derivazione Ferrari per l’IMSA americana, motori marini per l’offshore e tanto altro ancora, diresse l’officina che montava i motori F1 nel 198-93, quindi sviluppò la Maserati “Barchetta” per l’omonimo trofeo, vinse ancora un europeo per autostoriche..