Erroneamente , (ma non troppo visto gli esordi televisivi e le sue apparizioni in vari programmi comici) , Gioele Dix è considerate un semplice comico-cabarettista, ma non è così. Se non bastassero I suoi spettacoli teatrali (vi consiglio “Nascosto dove c’è più luce” e “Vorrei essere figlio di un padre felice”), anche i suoi romanzi dimostrano che è molto di più. Intanto è una persna di una cultura immensa.
Questo libro , di alcuni anni fa racconta le avventure di un bambino ebreo, durante la seconda Guerra Mondiale.
Il bambino è il papà di David Ottolenghi (vero nome dell’artista) delle privazioni dovute alle leggi razziali, alla fuga in Svizzera,alla sua vita da profugo separato dalla famigliae il suo ritorno a casa.
Se di solito I racconti sulle persecuzioni razziali e sull’olocausto hanno toni forti, eroici o drammatici, quasi morbosi . Questo libro non è così : nessun tono drammatico. Si narra una vita quotidiana travolta e stravolta. Questo favorisce a mio avviso la riflessione anche sui temi di attualità di oggi in particoalre sui profughi