Pinerolese. Dilaniato dall’individualismo

Riflessioni su un territorio allo sbando.

Mi capita, per impegni di un associazione di cui sono dirigente, per amicizia varie o semplicemente per caso o curiosità, di assistere e presenziare a manifestazioni in altre zone come il Roero, l’Eporediese o il Saluzzese.

Ne ritorno sempre disgustato per confronto della mentalità del Pinerolese.


Ad Ivrea, ad Alba si percepisce come la città si senta veramente capoluogo del territorio che la circonda e non per mera questione numerica, ma perché valorizza e sa valorizzare i valori e le iniziative dei paesi che la circondano, perché prospera grazie ad essi.

Alba senza i paesi della zona e i loro prodotti non sarebbe famosa nel mondo. E senza la pubblicità che Alba da ad essi loro non prospererebbero.

Ho assistito ad una manifestazione sociale di un associazione di Alba. C’erano 14 o 15 sindaci. A quella di una associazione analoga di Pinerolo ce ne era uno solo e di passaggio.

Ad Ivrea, domenica sul corso principale della città capeggiava uno striscione pubblicizzante un iniziativa di un piccolo comune dei dintorni. Una cosa che a Pinerolo è assai inconsueta.

Vai ad una festa di compleanno di una Pro-loco del Roero e trovi bandiere e rappresentanze di tutte le pro-loco e comuni della zona, abituati a fare gioco di squadra. Nel pinerolese ho assistito in casi simili a scene deprimenti. Ognuno per conto suo, magari non si invitano neppure.

 

Altro che lavorare insieme.

In certe associazioni nazionali, le varie sedi del pinerolese si riuniscono una volta all’anno solo perché obbligati “da Torino”.

Poi si assiste alle faide tra il presunto capoluogo e i piccoli per le discariche e ora per aree industriali e aziende considerate inquinanti.

O la sempre più evidente faida tra i due poli: l’emergente Cavour e la pachidermia Pinerolo. Faida che alla fine ha contribuito a non avere un rappresentante in Regione (maggioranza o opposizione che fosse) e perdessimo consiglieri provinciali a favore dei territori circostanti.

I comuni della bassa pianura si sono consorziati con il saluzzese per accedere ai fondi UE per i piani integrati, lasciando a Pinerolo di arrangiarsi con le vallate.

Si pensa che a valorizzare il territorio servano la sede dell’ASL, o le comunità montane oppure certe fabbriche di “cadreghini” buone per con le sopraccitate faide. Oltre a quelle per centri commerciali e industriali.

Il risultato ? Il pinerolese nessuno sa dove sia, a differenza del Canavese e del Roero….

E provare a cambiare mentalità ? Forse i cosiddetti “stati Generali” dovrebbero servire proprio a questo…

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