La notizia di ottobre, ma ripresa da “la stampa” nei giorni scorsi, ei giorni scorsi, di una signora livornese condannata per diffamazione per aver insultato il capo e diffamato l’azienda per cui lavorava sino a poco tempo prima, starebbe gettando il panico su facebook secondo qualche giornalista a cerca di sensazionalismo (vedi qui).
Al di là che non vedo gente disperata per questo, non credo che stiano
tutti a cercare di far sparire da facebook opinioni e commenti (cosa possibile, ma lunga, operando nel “registro attività”), forse la gente comincerà rendersi contro che tutto ciò che posta sui social network può diventare visibile, che se scrivere i commenti ai post propri o degli altri utenti, dei gruppi, equivale ad appendere i “manifesti in piazza”. Dunque sparlare delle persone, dire cose spiacevoli (anche magari vere ma non dimostrabili o eccessive) su FB non è come dirle “tra amici”, “alle spalle”…
I social network sono un grande mezzo, ma proprio per questo devono essere utilizzati con intelligenza.
(NB “Onco ai bai” è la frase usata su Fb e che è costata la querela.. vuol dire: “fa schifo agli scarafaggi”)