Analisi della disfatta di Chiaraviglio e Battagliotti

La sconfitta elettorale prevista ma ancor più pesantissima di Chiaraviglio pone forse la parola fine ad un dominio politico durato oltre trent’anni, ma gia disperso nel corso degli ultimi 5 anni e sicuramente ad modo di fare politica.

La politica basata su cementificazione, costruzione di opere pubbliche mediante l’indebitamento del comune con l’acquisizione di mutui (oltre i limiti che l’attuale legge, prima che il buon senso impongono), aveva fatto il suo tempo.

Edda Basso ha per quattro anni tenuto buona la lobby del mattone difendendo gli interessi politici dagli attacchi della minoranza per qualche anno, ma ormai le crepe del rapporto si erano sempre più evidenziate, con vicende che meriterebbero di essere chiarite (ruoli dei vari personaggi nella faccenda dei campi sportivi, capannoni di Via Dolza ecc. ecc.)

Ma soprattutto per Chiaraviglio, un programma ed un modo di presentare la propria idea di politica tutta incentrata , per deformazioni professionale, sulle opere pubbliche, sulle strade, sugli edifici pubblici.

Quattro lezioni da questa debacle: in politica non si improvvisa nulla. E le liste vanno fatte bene. Un alternativa politica si prepara nel tempo non in quindici giorni. Anche se ti chiami Chiaraviglio. E questo conforta la mia scelta di non essermi perso a fare liste perdenti (anche se avrei certo preso più voti di Chiaraviglio).

Secondo: Non ci si mette in lista per rancore.

Terzo e vale anche per Battagliotti: se vuoi essere votato, devi essere visibile (nella giusta misura) . La gente vuole persone che lavorino per il paese. Non altri. Ha pesato l’assenza in questi cinque anni dalla vita sociale del paese. La motivazione che pare sia stata adottata (relativa agli inviti per l’inaugurazione degli impianti sportivi del 2006) è apparsa pretestuosa e non so se definirla poco credibile o poco logica.

Quarto: Hanno pesato anche agli occhi della gente lo sviluppo della lista fatta di troppe persone legate al mondo dell’edilizia, la presenza di troppe e critiche nei confronti dell’amministrazione Basso. (peraltro strana visto che Borletto ha sempre o quasi approvato le proposte della maggioranza, forno crematorio ed acquisizione di Via Umberto I° compresa). Non si può fare una campagna elettorale senza propositività ma basata solo sulle critiche all’attuale amministrazione, che peraltro aveva sostenuto nel 2004. (a proposito, ieri sera non era ai seggi come 5 anni fa… paura che gli venisse riservato il trattamento che lui rilasciò ai perdenti di allora ?)

Insomma si è percepita da parte della gente non solo poca sincerità nei motivi che hanno portato a tornare in campo, ma anche la gente sembra aver capito finalmente certe situazioni del passato, i motivi di certe scelte dell’epoca.

Non ultima hanno sconcertato gli elettori, al presenza di due candidati che nel 2004 erano posizionati esattamente dalla parte opposta.

L’impressione è che l’elettorato abbia fatto finalmente fatto scontare a Chiaraviglio anche egli errori e gli atteggiamenti del passato. Meglio tardi che mai.

Resta da analizzare la debacle (annunciata) di Gabriele Battagliotti . Dopo cinque anni di opposizione all’inizio strepitante, quando capogruppo era la moglie, con tanto di Carabinieri in sala del Consiglio, sprezzanti giudizi e boicottaggio nei confronti dell’altra minoranza, dimissioni in serie dei consiglieri, mancanza di una vere proposte, seguita da anni senza iniziative in consiglio comunale, è arrivato anche qui il “premio” : un risultato disastroso con molti meno voti di quanti ottenuti 5 anni prima dalla stessa lista. Ed un solo consigliere (lui) eletto. Una lezione che non hanno ancora capito sinora, è che la qualità della politica non si misura sul numero di mutuati.

Soprattutto dovrà trarne le somme il Partito democratico. Che ha sbagliato tutto a puntare su questo esponente la cui carriera politica sembra finita prima di cominciare.

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