Da sempre, quando si avvicinano le elezioni, aumentano le occasioni di festa: spettacoli teatrali, danze, banchetti, ecc.. La ricerca del consenso. Ma anche sottointese minacce.In Abruzzo, nella terre del Fucino, c’è una chiamato Pescina dei Marsi, patria del Cardinal Mazarino e di Ignazio Silone, l’autore di “Fontamara”, “Il segreto di Luca” e altri romanzi.
Quest’ultimo narra che all’inizio del secolo le terre della piana erano tutte di proprietà della famiglia Torlonia (imparentata con i Borghese) e tutti o quasi gli abitanti della zona dipendevano dal Princpe Leopoldo Torlonia, come mezzadri o manovali di campagna (i cosiddetti “Cafoni”). Nel 1909, il principe, per aumentare il suo potere e prestigio, di candidarsi al seggio di deputato nelle prime elezioni a suffragio universale (maschile).
Insieme ai sindaci della zona, organizzò grandi feste come mai visto da quelle parti, regalò salami, caramelle, vino. Oltre a banchetti e sfilate e coinvolse nella campagna elettorale tutte le persone più in vista (notai, farmacisti, dottori, parroci) che potevano influenzare il voto dei cafoni. E si minacciava che se non si votava per il Principe si sarebbero subite le conseguenze.
Pensava che essendo il “padrone”, i cafoni avrebbero lo avrebbero votato perché poteva con una parola privarli del lavoro e del mangiare. Era così potente che nessun voleva candidarsi contro, salvo un anziano e modesto oculista di Roma, Mariano Scellingo, forestiero e senza mezzi economici.
Questo sconosciuto, arrivò una mattina col treno e limitò la sua campagna elettorale a girare per un paio di giorni per i paesi ed intrattenersi con le donne e i bambini, cioè quelli che non potevano votare, ripetendogli:
non vi posso regalare nulla. Ricordate però ai vostri mariti e padri una cosa
sola : CHE IL VOTO E’ SEGRETO >> e se ne ripartì.
L’elezione del Principe era così scontata, viste le folle che lo avevano salutato, che erano già pronti i festeggiamenti per la vittoria. Ma, sorpresa : nel Segreto dell’urna l’enorme maggioranza degli elettori aveva votato per lo sconosciuto oculista ed in modo così netto da impedire al potente signore qualsiasi rappresaglia contro i singoli contadini. (In suo soccorso il Re lo nominò poi Senatore, come gia aveva fatto col fratello Tommaso)
Ci serva da lezione, adulazioni e minacce non servono a nulla, nel segreto della cabina l’elettore se vuole è libero, come mai nella vita, nessuno se vuoi può sapere cosa voti.