Hanno scritto anche pagine stupende di satira musicale , anche su temi un po’ “grossier” (i.e. “Essere donna oggi” , con la presa in giro della pubblicità degli assorbenti femminili primi anni ’90 era stupenda, Senza dimenticare “la Terra dei cachi”.), ma troppo spesso indulgono nella autocelebrazione, nella volgarità fine a se stessa.
Poi però, “Elio e le storie tese”, sono diventati gli idoli dei giornalisti radical chic, pronti ad esaltare qualunque stupidaggine essi facciano.
Gli “elii” avrebbero bisogno di una buona cura di modestia , ma è difficile per chi è stato esaltato come genio per robettina degli utlimi anni come “Spalman” o “la canzone mononota”…
E sinceramente dopo più di vent’anni non ho ancora capito quale sarebbe la cifra artistica di “cara ti amo” e di “Spalman”
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Dimenticavo: i Club Dogo non li conosco, ma sicuramente hanno meno pretese di questi autoreferenziali intelletualoidi per eterni adolescenti.